IL TENNIS PIù ANTICO D'ITALIA
“il primo tennis club italiano, ancor più che all’anglofilia, è legato al colonialismo. Dietro la Chiesa inglese, prospera, nel 1878, il Bordighera Lawn Tennis Club, presto in amabile concorrenza con il Comitato Inglese presieduto dal vescovo di Londra e Gibilterra. Prima della guerra del 1914, i due clubs giungeranno ad avere nove campi e, quando, dopo il conflitto, la comunità britannica arriverà a tremila persone, l’Anonima Cooperativa Sport e Colonie Inglesi (sic) si affretterà ad approntare altri sei courts”. Nell’immediato dopo guerra cominciarono a disputarsi le prime gare a livello sociale, finchè nel 1925 venne istituzionalizzato il primo torneo interno “BAIN CUP”. Ma già due anni dopo, nel 1927, il Circolo si prodigava nell’organizzazione di gare internazionali di alto livello agonistico: tra esse la “LONG CUP” per professionisti (signore e signori), che rimase fino all’inizio del secondo conflitto mondiale una delle più classiche manifestazioni tennistiche in Italia; la “VERA CUP” per Signore, nonché altre due Coppe per giovani “under 16”. Queste gare internazionali venivano tutte disputate ogni anno all’inizio della primavera, cioè nel momento in cui la Colonia Inglese stava per por fine, come era suo uso, al soggiorno stagionale nel mite inverno bordigotto. A sottolineare la loro importanza basti menzionare che, all’edizione svolta in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione, partecipava una selezionata rappresentanza di giocatori e giocatrici di ben otto nazioni: Italia, Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Irlanda, Norvegia, Giappone. Ci volle tuttavia qualche tempo prima che un italiano riuscisse finalmente ad aggiudicarsi l’ambito trofeo della “LONG CUP”: cosa che avvenne nel 1933, anno in cui Federico Billour – manager della prima fabbrica di racchette in Italia – vide il suo nome per la prima volta immortalato nell’albo d’oro dei vincitori.
Era quello il momento in cui il Circolo di Bordighera si presentava come il più forte della Riviera: esso riportò quasi sempre smaglianti vittorie contro tutti gli altri clubs, quali Alassio, Sanremo, Mentone e perfino contro l’agguerrita Montecarlo. E sotto i nobili sguardi del Re di Svezia e delle Principesse di Savoia Mafalda e Giovanna, solevano provare in quei tempi i loro colpi sui sedici campi della “Città delle palme” giocatori dalla fama internazionale quali i grandi Tilden, Lacoste, Cochet, Hopman, nonché i nostri De Morpurgo, De Stefani e Vido. Purtroppo l’età dell’oro del tennis a Bordighera doveva bruscamente svanire nelle nere nubi, foriere di guerra e di distruzione, che si stavano tristemente addensando sugli orizzonti internazionali. Dal 1939 i tennisti Inglesi, cui tanto dobbiamo, abbandonarono per sempre Bordighera. La città fu ripetutamente bombardata e stessa sorte toccò ai campi da tennis nonché alla vicina Chiesa Inglese che di essi sembrava un po’ come la benigna custode. Nella Club House non risuonava più il sereno e gioioso ritmo dei “drives” e delle “Volèes”, ma il pesante aborrito passo delle truppe naziste che vi si erano insediate. Al termine delle ostilità molto faticosa fu la ripresa dell’attività del Club. Fu per merito dell’instancabile iniziativa di alcuni appassionati Soci indigeni, sotto la presidenza del compianto Conte Castelnuovo di Torrazzo che si poté addivenire, in cambio dei lavori di restauro della adiacente Chiesa Inglese, alla generosa donazione al Comune di Bordighera, da parte dei rappresentanti della Comunità Inglese, della vecchia sede bombardata insieme a tre campi. Nello stesso periodo altri due courts furono opportunamente acquistati dal Comune in virtù dell’avvenuta liquidazione dell’altra Cooperativa Sportiva costituita anch’essa, per la grande maggioranza, da cittadini britannici. In seguito a ciò i campi furono, seppur a grande fatica, risistemati e la “Club House” ripristinata alla meglio alla sua originaria funzione. Purtroppo i nuovi dirigenti del Circolo di Bordighera null’altro potevano fare se non salvare il salvabile. Essi infatti erano riusciti a far acquistare al Comune solo quei terreni adibiti a courts che erano stati di effettiva proprietà della Comunità Inglese. Le altre aree, che in precedenza erano state solamente prese in affitto ad uso dei tennisti, tornate nella piena disponibilità dei loro proprietari, vennero diversamente destinate, per lo più a scopi edilizi. Avvenne così che il nostro glorioso Circolo, dalla precedente disponibilità di ben sedici campi, scese tristemente a cinque e poté risalire agli attuali sei soltanto agli inizi degli anni sessanta. Fu in questo periodo che, in una atmosfera carica di entusiasmo venne costruita la nuova palazzina, opera la cui iniziativa fu, come è doveroso ricordare, del Sig. Federico Billour e dell’avvocato Giovanni Moreno, i quali più volte, fin dal primo dopoguerra, si erano alternati alla presidenza del Club. La palazzina viene così ad esser costituita, oltre che dagli spogliatoi e dalla segreteria, da una moderna palestra per la preparazione atletica, da una vasta sala adibita a bar e locale di ritrovo, da una saletta per la televisione, da una spaziosa sala per riunioni, bridge ed altri giochi e da una terrazza in parte coperta prospiciente i campi. Fu però solo nella seconda metà degli anni sessanta, soprattutto in virtù della passione che l’allora direttore del Circolo Sig. Emilio Biancheri ed il maestro Nino Amalberti, seppero riversare nell’organizzazione sportiva ed agonistica, che il Bordighera Tennis Club si risollevò, almeno un poco, agli allori di anteguerra. Da un folto vivaio di ragazzini infatti uscirono in breve tempo degli ottimi tennisti, tanto che, nel 1971, sui tredici giocatori di seconda categoria che contava allora tutta la Liguria, ben quattro erano di Bordighera. Nel 1966 furono organizzati dal Circolo bordigotto i Campionati Italiani Allievi che, vinti da Paolo Bertolucci, videro tra i giovanissimi partecipanti di allora grossi nomi come Corrado Barazzutti e Roberto Lombardi; così come fu la Vido ad aggiudicarsi il singolare femminile. Lo stesso anno il Bordighera Tennis Club si classificò al terzo posto nell’ambito Trofeo Colombo, cosa veramente insolita e tanto più lodevole per un circolo di Provincia. Nel 1970 è stato sede del girone finale della Coppa Facchinetti e più volte ha ospitato, nei periodi invernali, grazie alla mitezza del clima, gli allenamenti delle nazionali giovanili. Questo continuo solerte impegno volto alla diffusione del tennis valse al Bordighera Tennis Club l’assegnazione da parte del C.O.N.I., nel 1975, della “Stella d’argento” al merito sportivo.
Il 1978 è stata una data storica per la città di Bordighera e per tutto il movimento tennistico italiano, il Bordighera Tennis Club ha compiuto 100 anni (1878 – 1978). Per un simile avvenimento nulla doveva essere lasciato al caso e così fu, per tutto l’anno vennero disputati incontri di livello nazionale e internazionale con la partecipazione di giocatori di caratura mondiale e dei clubs più importanti.
Il programma prevedeva: in Febbraio – Cerimonia d’apertura del Centenario; Marzo – X° Torneo Nazionale di Pasqua per giocatori e giocatrici di III categoria (classifica regionale); Aprile – Torneo Internazionale libero per giocatori in classifica nazionale inserito nel Grand Prix Lotto - Spalding (Lire 8.000.000 di montepremi); Maggio – Incontro a livello nazionale tra la rappresentativa italiana e quella inglese “Under 18”; Giugno – Incontro tra clubs Sud Americani di fondazione britannica ultra centenari (San Paolo, Buenos Ayres, Bordighera). Incontro a livello sociale tra il The Hurlingam Club di Londra ed il Bordighera Tennis Club; Agosto - Torneo Nazionale di III categoria (classifica regionale); Settembre – Campionati italiani Juniores (vinti da Claudio Panatta); Ottobre – Torneo campioni del volante; Novembre – Master finale Grand Prix A.I.V.A.T. (Associazione Italiana Veterani Amatori Tennis); Dicembre – XXV° Torneo di Capodanno per giocatori e giocatrici in classifica nazionale (Lire 3.000.000 di montepremi).
Con la menzione delle grandi manifestazioni svolte in quell’anno non si vuole tuttavia mettere in ombra quell’attività organizzativa che il Circolo bordigotto ha riversato nei Tornei di Capodanno, per giocatori di seconda categoria, e di Pasqua per quelli di terza. Tornei che per molti anni hanno visto sui nostri campi giovani tennisti poi diventati campioni.